Caldo estremo e nascite premature: lo studio che conferma la preoccupante correlazione

Un nuovo studio preoccupa il mondo: c’ è una stretta correlazione tra temperature molte elevate e nascite premature.

Da anni ormai viviamo estati sempre più lunghe e sempre più torride. Già a maggio, in alcune città, si superano abbondantemente i 30 gradi e spesso continuiamo ad andare al mare e a fare il bagno anche a ottobre. Per chi ama l’estate tutto questo può sembrare esaltante ma non lo è affatto.

caldo e nascite premature
Il caldo estremo aumenta il rischio di nascite premature/ atlantedellarteitaliana.it

Non lo è di sicuro per il Pianeta, non lo è per l’agricoltura, non lo è per i pesci del mare costretti a vivere – quando riescono a sopravvivere – in acque troppo calde ma le temperature troppo elevate non fanno bene nemmeno a noi e alla nostra salute. E non si tratta di semplici svenimenti o abbassamenti della pressione.

Un nuovo studio ha messo in guardia e sta allarmando il mondo intero: il caldo torrido è correlato alle nascite premature. In pratica troppi bambini, negli ultimi anni, nascerebbero prima della naturale “scadenza” dei termini della gravidanza a causa delle temperature climatiche. I medici avvertono: se non facciamo qualcosa sarà una vera tragedia!

Troppo caldo e pochi spazi verdi: il rischio è altissimo per le donne incinte

Se negli ultimi anni sempre più bambini stanno nascendo prima del previsto. Come mai? Forse nessuno di noi ci aveva mai pensato ma un nuovo studio ha mostrato che vi è una stretta correlazione tra caldo estremo e nascite premature. Questo mette a rischio sia il feto che la madre. Dobbiamo intervenire con urgenza o sarà troppo tardi.

caldo e rischi in gravidanza
Il caldo estremo può mettere a rischio mamma e bambino – atlantedellarteitaliana.it

Un gruppo di studiosi ha analizzato 1,2 milioni di nascite avvenute a Sydney, in Australia, negli ultimi 20 anni. Il risultato dello studio è stato il seguente: il caldo estremo aumenta del 61% il rischio di nascita prematura. La ragione è molto semplice: durante la gravidanza l’organismo della futura mamma cambia e la donna fa più fatica a divergere il flusso di sangue verso la pelle per permettere la normale sudorazione.

Di conseguenza, il flusso sanguigno verso la placenta diminuisce e il feto va in sofferenza in quanto gli manca il nutrimento. Quindi, il nascituro, come autodifesa, stimola le doglie per essere partorito e “salvarsi” da un ambiente in cui non riceve più ossigeno. Il problema è che se un bambino nasce prima della 37esima settimana ha poche possibilità di sopravvivenza.

Il caldo estremo, dunque, mette a ischio sia la mamma sia il bambino. Che cosa si può fare? Evidenze scientifiche hanno dimostrato che il rischio di nascite premature si riduce laddove c’è abbondanza di spazi verdi. Gli alberi, i parchi, creando zone d’ombra, abbassano la temperatura media. Di conseguenza l’invito degli scienziati si rivolge ai politici e alle amministrazioni comunali ed è quello di creare più spazi verdi in tutte le città.

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