In auto tutti abbiamo qualche abitudine che, anche se ci sembra innocua, può trasformarsi in una spesa imprevista. Tra le “leggerezze” più diffuse e apparentemente insignificanti, c’è quella di lasciare il motore acceso durante la sosta. In effetti, chi non ha mai lasciato l’auto accesa per tenere il clima perfetto o non interrompere la playlist? Beh, sappiate che questa abitudine non passa inosservata agli occhi del Codice della Strada, che non solo non la tollera, ma la punisce severamente, con sanzioni che arrivano a toccare cifre davvero poco simpatiche.
Secondo il Codice della Strada, in particolare l’articolo 157 comma 7-bis, non si può lasciare il motore acceso quando si è in sosta, salvo rari casi come il traffico congestionato. La regola ha uno scopo apparentemente nobile, cioè ridurre l’inquinamento acustico e le emissioni di gas di scarico. Ecco perché, se beccati in flagrante, la multa va dai 216 ai 432 euro, un prezzo che potrebbe farti cambiare idea sulla prossima sosta col motore acceso. Insomma, sembra che la “comodità” di restare freschi o al caldo mentre si aspetta costi tanto quanto una cena stellata. E, con tutta onestà, chi si aspettava di pagare così caro per due minuti di climatizzatore?
Siamo abituati a vedere le multe come strumenti per disincentivare comportamenti pericolosi o irresponsabili, come l’eccesso di velocità o la guida con il cellulare. Ma la sosta a motore acceso, in un momento in cui si cercano di conciliare praticità e sostenibilità, viene punita con una rigidità sorprendente. Chiaramente, la norma mira a sensibilizzare gli automobilisti sulla sostenibilità ambientale. Se l’intento è apprezzabile, la domanda è se sia proprio giusto sanzionare in modo così pesante questa distrazione, soprattutto quando si cerca di ridurre il traffico e l’inquinamento con ben altri mezzi.
Ma la contravvenzione per il motore acceso in sosta è solo una delle tante che, per quanto ci sembrino banali, ci costano parecchio. Ecco altre infrazioni comuni che gonfiano ogni anno le casse statali, e che molti di noi commettono senza farci troppo caso:
L’idea che chi lascia l’auto accesa “debba” pagare per le emissioni sembra perfettamente logica a una prima occhiata. Ma, scavando un po’, ci si chiede se sia davvero così efficace colpire il singolo automobilista mentre nelle nostre città continuano a muoversi migliaia di veicoli privi di limitazioni, alimentati a carburante. In altre parole, non è che forse ci si accanisce sul singolo guidatore con la scusa dell’ambiente? Il traffico cittadino, che continua a essere tra le principali cause di inquinamento urbano, trova sempre qualche nuova giustificazione burocratica, ma alla fine sembra proprio che il peso maggiore lo porti chi, semplicemente, si lascia andare a qualche minuto di confort.
Qualcuno penserà: “Va bene, se mi multano ci faccio ricorso”. Ma ecco, entrare nel mondo dei ricorsi e delle contestazioni per una multa stradale non è una passeggiata. Tra i tempi stretti e la documentazione infinita, contestare una multa richiede pazienza e spesso anche un po’ di aiuto legale. Per iniziare, è importante verificare che nel verbale non ci siano errori e che il tutto sia stato notificato entro i termini previsti dalla legge. Se qualcosa è fuori posto, e se la notifica è tardiva, c’è speranza di vittoria.
Presentare il ricorso presso il Giudice di Pace è una delle strade più battute. Questo procedimento, sebbene costoso, permette al conducente di spiegare le proprie ragioni di fronte a un’autorità e, in caso di esito positivo, di ottenere la cancellazione della multa. Altra opzione è rivolgersi al Prefetto, una soluzione più semplice ma meno interattiva, e con tempi burocratici più dilatati. C’è chi consiglia di farsi assistere da un avvocato o da associazioni di consumatori, che aiutano a navigare le complicazioni della burocrazia.
Al di là della multa per la sosta col motore acceso, è chiaro che l’attenzione a come e quando usiamo l’auto è diventata una priorità. Ridurre le emissioni e rendere le strade più sicure sono obiettivi legittimi, ma resta qualche dubbio: la sicurezza stradale si migliora con la coscienza e il buonsenso degli automobilisti, più che con multe esorbitanti.
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