Pagamento maternità e malattia: in alcuni casi è l’INPS ad accreditare l’importo

Quando è l’INPS a dover effettuare il pagamento della maternità e della malattia? Ecco tutti i casi previsti dalla legge.

Secondo quanto stabilito dalla legge 33 del 1980, in linea di massima spetta al datore di lavoro anticipare trattamenti quali la maternità e la malattia per conto dell’INPS, in modo tale da metterli successivamente a conguaglio con i contributi e le altre somme dovute all’Istituto.

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Quando l’INPS paga la maternità o la malattia direttamente (atlantedellarteitaliana.it)

Esistono, però, alcuni casi in cui è l’INPS a versare al diretto interessato tali somme. Si tratta ovviamente di eccezioni che possono verificarsi in alcune circostanze ben precise.

Per evitare di incorrere in inutili errori, che potrebbero poi avere conseguenze negative per la propria posizione economica, vediamo che cosa dice esattamente la legge a questo proposito.

Pagamento maternità e malattia: quando è l’INPS ad accreditare l’importo, cosa dice la legge

Come abbiamo anticipato poco fa, sebbene la legge disponga che sia il datore di lavoro a versare alcuni trattamenti previdenziali come la maternità, la malattia, i permessi per l’handicap della 104, i congedi straordinari eccetera, esistono dei casi in cui è direttamente l’INPS a farlo. È bene, però specificare che questa non è la regola, bensì l’eccezione.

Con l’aggiungersi di nuove situazioni alla normativa storica, si è stabilito che l’Ente si deve occupare del pagamento diretto delle suddette prestazioni nei confronti dei lavoratori dello spettacolo, i “saltuari” con contratto a termine o a prestazione oppure occupati presso imprese dello spettacolo che esercitano attività saltuaria o stagionale.

In un recente riordino della materia (msg. 2909 del 30 agosto scorso) sono stati inclusi nel pacchetto altri trattamenti quali la cassa integrazione ordinaria e in deroga, i pagamenti disposti dall’Ispettorato del Lavoro, la cessata attività dell’azienda ed eventuali disposizioni del contratto nazionale di categoria.

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In questi casi l’INPS paga direttamente malattia e maternità (Fonte: Ansa – atlantedellarteitaliana.it)

Fin qui non sembrerebbero esserci dubbi o problemi. C’è, però, un’altra casistica in cui è l’INPS a dover pagare gli importi, ovvero quando il datore di lavoro per vari motivi sfugge al proprio compito. Ciò può accadere per impossibilità oggettiva, magari perché l’azienda si trova in una procedura concorsuale, ma anche perché il datore si rifiuta esplicitamente di anticipare le indennità agli aventi diritto.

Ecco che quindi deve intervenire l’INPS, che deve quindi inviare una diffida formale al datore di lavoro ad anticipare la prestazione dovuta entro e non oltre 30 giorni dal ricevimento del sollecito. Trascorso quest’arco temporale si apre la procedura per pagare direttamente l’indennità dovuta “con la massima tempestività”.

In tal caso il lavoratore, per ottenere la liquidazione delle somme direttamente dall’INPS, dovrà dichiarare sotto la propria responsabilità di non aver ricevuto da parte del datore di lavoro alcun importo per l’evento in questione. L’Ente farà tutte le verifiche del caso e solo allora avvierà la procedura di liquidazione.

 

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